Un recente studio condotto da Capgemini in collaborazione con il Digital Data Design Institute di Harvard ha rivelato che l‘economia eco-digitale, una nuova era che coniuga sostenibilità e tecnologia, è destinata a raggiungere un valore straordinario entro il 2028. Secondo le proiezioni, questa economia potrebbe raggiungere un giro d’affari di 33mila miliardi di dollari, contribuendo così in modo significativo al Pil dell’Europa.

La transizione verso questa economia è già in corso, con quasi otto organizzazioni su dieci che stanno affrontando attivamente il percorso di evoluzione. Tuttavia, solo un quarto di queste ha pienamente sfruttato le capacità e i vantaggi derivanti dall’utilizzo delle tecnologie digitali.

Le aziende che hanno implementato soluzioni e strumenti digitali negli ultimi cinque anni hanno già registrato importanti risultati in termini di sostenibilità ambientale. La riduzione del consumo energetico medio è stata del 25%, mentre le emissioni di gas serra sono diminuite del 21%. Questo trend dovrebbe continuare, con la previsione che entro il 2028 la riduzione delle emissioni di CO2 grazie alle tecnologie digitali supererà l’aumento attribuito allo sviluppo e all’utilizzo delle stesse tecnologie.

I protagonisti di questa transizione sono i dati, gli strumenti di analytics e il cloud computing. L’implementazione di queste tecnologie non solo favorisce la sostenibilità ambientale, ma anche la collaborazione all’interno degli ecosistemi aziendali e l’abilitazione di nuovi modelli di business più efficienti.

Secondo il rapporto, le strategie di business orientate al digitale diventeranno un fattore determinante per la crescita dei ricavi nei prossimi tre-cinque anni per il 70% delle organizzazioni. Inoltre, il 60% delle aziende mira a raggiungere più rapidamente i propri obiettivi di sostenibilità grazie al supporto delle tecnologie.

Le leve di crescita più importanti nei prossimi anni saranno i dati, gli Strumenti di analytics e il cloud computing, ma anche tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale generativa, l’edge computing e la biologia sintetica.

Gli investimenti per sostenere la trasformazione digitale, dalla cybersecurity all’automazione dei processi aziendali, conosceranno un aumento significativo nei prossimi cinque anni, passando dall’attuale 4% al 14% nel 2028. Questo alimenta un circolo virtuoso in cui l’adozione delle nuove tecnologie spinge ulteriori investimenti e sviluppo.

Tuttavia, affrontare questa transizione richiederà anche un cambiamento significativo nella forza lavoro. Si prevede che quasi il 40% degli addetti aziendali sarà dedicato alle iniziative digitali nei prossimi 3-5 anni, evidenziando la necessità di un reskilling e una riqualificazione del personale per adattarsi ai progressi tecnologici su scala industriale.

In Italia, sebbene la sensibilità verso la transizione eco-digitale sia leggermente inferiore rispetto alla media globale, vi è comunque un grande potenziale per la crescita e lo sviluppo. L’automazione dei processi e dei flussi di lavoro è identificata come la priorità principale in termini di investimenti, seguita dal reskilling del personale e dalle sperimentazioni per valutare il potenziale dell’intelligenza artificiale generativa.

In conclusione, l’ascesa dell’economia eco-digitale rappresenta un’opportunità significativa per le aziende di tutto il mondo. Unendo sostenibilità e tecnologia, questa nuova era promette di portare benefici non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale e sociale.

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