La Catalogna, incastonata nella penisola iberica, si trova al centro di una crisi idrica senza precedenti, che ha spinto le autorità locali a dichiarare lo stato d’emergenza di fronte alla diminuzione critica delle riserve idriche. Con i serbatoi di raccolta dell’acqua piovana ormai al di sotto del 16% della loro capacità, come previsto dagli avvisi delle scorse settimane, la regione è stata costretta ad adottare misure drastiche.

La fase iniziale dello stato d’emergenza ha imposto restrizioni senza precedenti, con un’imposizione di tagli drastici nei consumi idrici per l’agricoltura, che deve ora ridurre la sua richiesta di acqua dell’80%, rispetto al 40% inizialmente previsto. Allo stesso modo, l’industria è chiamata a ridurre i suoi consumi del 25%, rispetto al 15% inizialmente indicato.

 

Tuttavia, le restrizioni non si limitano solo a questi settori. La popolazione di oltre 200 comuni, tra cui la vivace Barcellona, è coinvolta in un regime di consumo idrico rigorosamente limitato. L’uso dell’acqua per scopi non essenziali, come l’irrigazione degli spazi verdi e il riempimento delle piscine private, è stato vietato. Solo le piscine degli impianti sportivi pubblici possono continuare a funzionare, mentre l’irrigazione degli alberi è consentita solo in casi di estrema necessità, utilizzando acque non potabili.

 

La situazione è così grave che le autorità regionali si stanno preparando a misure ancora più estreme nel caso in cui la situazione non migliori. Si sta addirittura valutando la possibilità di dover trasportare acqua tramite autobotti per garantire i rifornimenti nelle aree più colpite.

La situazione in Italia e in Europa..

Tuttavia, la siccità non colpisce solo la Catalogna. L’Osservatorio europeo sulla siccità ha allertato che il 16,1% del territorio europeo è minacciato dalla siccità, con il Mediterraneo già assetato nonostante sia ancora inverno. L’allarme riguarda anche l’1,2% del territorio europeo che è già in piena allerta, con la Sicilia al centro delle preoccupazioni.

 

In Italia, la situazione è altrettanto critica. La Sicilia e la Sardegna stanno già facendo i conti con limitazioni nell’uso agricolo della risorsa idrica, mentre in altre regioni come il Lazio, la Toscana e la Liguria, i fiumi mostrano deficit significativi nelle loro portate.

Con l’estate sempre più vicina, le condizioni potrebbero peggiorare rapidamente, portando a un’ulteriore pressione sulle risorse idriche. Il presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica italiani, Francesco Vincenzi, sottolinea che si stanno delineando le condizioni per un’altra estate d’emergenza idrica, con gravi ripercussioni soprattutto per l’economia agricola.

 

In un contesto così critico, è fondamentale che le autorità locali, regionali e nazionali collaborino strettamente per affrontare la crisi idrica in modo efficace e per garantire un futuro sostenibile per tutte le comunità colpite.

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