Le disparità economiche e sociali tra i Paesi comportano instabilità, incertezze, pericolosi squilibri e facili ingiustizie. Per risolverli, l’Obiettivo 10 promuove modelli sostenibili di consumo e produzione, protezione e gestione delle risorse naturali e politiche condivise per combattere le disuguaglianze.

Le disuguaglianze a livello globale sono enormi e presentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Già alla Conferenza di Rio del 2012 le Nazioni Unite hanno rinnovato l’impegno per determinare, incentivare e costruire un’economia tesa ad eliminare le disuguaglianze favorendo due linee guida fondamentali: economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e riduzione della povertà limitando le minacce del cambiamento climatico, perdita della biodiversità, desertificazione ed esaurimento delle risorse naturali. 

Questi impegni sono non solo dei governi, ma anche della società civile come, ad esempio, le parti sociali o i Majors Groups identificati in industria, giovani, agricoltori, popolazioni indigene, amministrazioni locali, ONG, comunità scientifiche, donne, lavoratori e sindacati. 

Sebbene la comunità internazionale abbia fatto progressi significativi per sottrarre le persone alla povertà, le nazioni più vulnerabili – i paesi meno sviluppati, i Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e i piccoli stati insulari– faticano a farsi strada per ridurre la povertà. Basti pensare che secondo le Nazioni Unite, tra il 1990 e il 2010 la disparità di reddito è aumentata dell’11% nei Paesi in via di sviluppo.

Appare ormai chiaro che la crescita economica non sia sufficiente per ridurre la povertà. Se non si tratta di una crescita inclusiva e se non coinvolge le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, economica, sociale e ambientale. 

Fatti e cifre

Secondo le Nazioni Unite più del 75% della popolazione dei paesi in via di sviluppo vive in società in cui il reddito è distribuito in maniera meno omogenea rispetto agli anni Novanta. È dimostrato inoltre che, oltre una certa soglia, l’ineguaglianza danneggia la crescita economica e la riduzione della povertà, la qualità delle relazioni nella sfera pubblica e politica e il senso di soddisfazione e di autostima del singolo.

Non vi è nulla di inevitabile nella crescita delle disparità di reddito; diversi paesi sono riusciti a contenere o ridurre le disparità di reddito, raggiungendo elevati livelli di crescita

In un sondaggio globale condotto dal programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, è emerso che i decisori politici di tutto il mondo hanno riconosciuto che l’ineguaglianza nei loro paesi è generalmente elevata e costituisce una potenziale minaccia per uno sviluppo sociale ed economico a lungo termine.

Dati provenienti da Paesi in via di sviluppo mostrano che i bambini facenti parte del 20% più povero della popolazione, hanno una probabilità fino a tre volte maggiore di morire prima di aver compiuto cinque anni rispetto ai bambini provenienti da famiglie più benestanti.

La situazione in Italia

Secondo il Rapporto ASVIS 2019 sul gol 10, il nostro paese, dopo un periodo altalenante, ha fatto registrare una crescita del reddito familiare per il 40% più povero della popolazione. Nonostante questo, però, nel 2017 l’Italia ha avuto una performance peggiore della media europea in termini di disuguaglianza economica.In Italia la disuguaglianza è ancora molto elevata soprattutto tra nord e sud nonostante si siano avviate politiche di contrasto alla povertà come l’introduzione del recente reddito di cittadinanza. Molto resta ancora da fare per promuovere interventi che incidano sulla parità di accesso alle opportunità e sulla formazione dei redditi primari.

In particolare, va segnalato il ritardo del mezzogiorno rispetto alla media italiana; nonostante il deciso miglioramento rispetto al 2010, la Sicilia, la Calabria e la Campania registrano una profonda distanza dalle regioni centro settentrionali sia in termini di disuguaglianza del reddito sia di rischio di povertà.

Obiettivi

Ecco alcune azioni per favorire l’uguaglianza: trattamento speciale per Paesi meno progrediti; assistenza e investimentidall’estero per Paesi insulari o senza sbocco sul mare; riduzione del costo delle “rimesse” degli emigrati; eliminazione dei paradisi fiscali.

Anche nei Paesi considerati ricchi esistono disuguaglianze interni, anzi molto spesso la “forbice” tra fasce sociali è molto ampia, acuendo il divario nell’accesso alla sanità, all’educazione, o altri servizi per le persone e provocando un aumento della mortalità infantile.

Tra i Target di questo Goal 10 ci sono quelli di incrementare del 40% il reddito della popolazione di strato sociale più basso, potenziare l’inclusione sociale ed economica, promuovere legislazioni per le pari opportunità, mettere in pratica politiche migratorie sicure, regolari e ben gestite.