L’Unione Europea ha intrapreso il cammino verso la transizione energetica già a partire dagli anni ’90, con le prime politiche di incentivazione delle fonti rinnovabili. Negli anni 2000, il Protocollo di Kyoto e gli obiettivi del pacchetto Clima-Energia 20-20-20 hanno dato un forte impulso allo sviluppo delle energie pulite, introducendo target ambiziosi di riduzione delle emissioni e di incremento della quota di energie rinnovabili.
Nel 2015, con l’Accordo di Parigi, si è rafforzata la volontà di ridurre le emissioni di gas serra, portando a un incremento senza precedenti della capacità installata di energia solare ed eolica. A questo si sono aggiunti gli impegni vincolanti della Direttiva RED II nel 2018, che ha stabilito nuovi obiettivi per l’energia rinnovabile nei settori elettrico, termico e dei trasporti.
Oggi, nel 2024, l’Unione Europea ha raggiunto un traguardo epocale nella transizione energetica: per la prima volta, le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili nella produzione di energia elettrica, raggiungendo il 47% del totale. Un risultato che conferma il crescente ruolo delle fonti pulite nella generazione di elettricità e la progressiva riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Il sorpasso storico: dati e prospettive
Secondo il European Electricity Review pubblicato da Ember, think tank globale sull’energia, l’energia solare ha contribuito all’11% dell’elettricità prodotta nell’UE, superando per la prima volta il carbone, che è sceso sotto la soglia del 10%. Un segnale chiaro di come il mix energetico europeo stia cambiando rapidamente a favore delle fonti rinnovabili.
Il rapporto evidenzia anche il declino costante delle fonti fossili, con una riduzione della generazione di energia da gas per il quinto anno consecutivo e un calo complessivo della produzione da carbone e gas ai minimi storici. Questo cambiamento è stato supportato dall’incremento dell’energia eolica e solare e dalla ripresa dell’idroelettrico, che hanno permesso alle rinnovabili di consolidare la loro leadership nella produzione energetica del continente.
Oltre ai benefici ambientali, questa trasformazione ha implicazioni economiche e geopolitiche significative. La crescente quota di rinnovabili riduce la dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili, diminuendo l’esposizione alla volatilità dei prezzi e rafforzando la sicurezza energetica del blocco. Ember stima che, senza le nuove capacità eoliche e solari sviluppate negli ultimi cinque anni, l’UE avrebbe dovuto importare 92 miliardi di metri cubi di gas e 55 milioni di tonnellate di carbone in più, con un costo stimato di 59 miliardi di euro.
Proiezioni future: un’Europa sempre più rinnovabile
Se il trend di crescita delle rinnovabili dovesse continuare con la stessa intensità, si potrebbe ipotizzare un ulteriore abbassamento della dipendenza dai combustibili fossili entro il 2030. Secondo le previsioni della Commissione Europea, un’espansione del 10% della produzione da fonti rinnovabili potrebbe ridurre il consumo di gas naturale di ulteriori 40 miliardi di metri cubi all’anno, portando a una significativa riduzione delle emissioni di CO2 e dei costi energetici per cittadini e imprese.
Alcuni scenari previsionali indicano che, con investimenti mirati, le energie rinnovabili potrebbero arrivare a coprire fino al 65% del fabbisogno energetico dell’UE entro il 2035, riducendo quasi totalmente l’utilizzo del carbone e limitando fortemente il ricorso al gas naturale. L’ulteriore sviluppo delle batterie di accumulo e delle reti intelligenti (smart grid) consentirà di massimizzare l’integrazione delle fonti rinnovabili intermittenti, come solare ed eolico, migliorando l’affidabilità del sistema energetico.
Il supporto normativo: Green Deal e Fit for 55
A livello normativo, la transizione energetica è supportata da diversi regolamenti e direttive:
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Il Green Deal Europeo, che mira a rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050, incentivando investimenti in tecnologie pulite e reti di trasporto sostenibili.
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La Direttiva RED III (Renewable Energy Directive), che aggiorna gli obiettivi per la quota di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali.
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Il Fit for 55, un pacchetto di misure proposto dalla Commissione Europea, che prevede una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
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Il Regolamento sulle Infrastrutture Energetiche Transeuropee (TEN-E), che sostiene lo sviluppo di infrastrutture critiche per l’energia rinnovabile, come interconnessioni tra stati membri e reti intelligenti.
L’Europa sta dunque accelerando la sua transizione energetica, puntando su fonti rinnovabili per garantire un futuro sostenibile e resiliente. Il superamento delle fonti fossili rappresenta un punto di svolta storico, dimostrando che un sistema energetico basato sulle rinnovabili non è solo possibile, ma ormai una realtà consolidata. L’incremento continuo della capacità installata di fonti rinnovabili, unito a politiche di supporto e investimenti infrastrutturali, potrebbe portare l’UE a una quasi totale decarbonizzazione del settore energetico nei prossimi decenni, riducendo ulteriormente le emissioni di gas serra e migliorando l’indipendenza energetica del continente.