Diagnosi: l’industria automobilistica è soggetta ad un’invasione da parte dei veicoli elettrici.

Nell’ultimo secolo e mezzo per sviluppare un nuovo modello di auto ci volevano circa 5 anni e più o meno altrettanti per metterlo in produzione e venderlo. Oggi invece una rivoluzione è in atto e si affacciano 4 nuove catene del valore:

  • Veicoli elettrici
  • Software
  • Mobilità
  • Economia circolare

Potenzialmente un’espansione per le aziende automobilistiche, ma allo stesso tempo sarà necessario acquisire nuove competenze in questi nuovi settori investendo dei soldi. Ecco che dovendo fronteggiare questa rivoluzione in corso, i costruttori automobilistici si trovano sotto un’enorme pressione, il cui peso è determinato da una serie di fattori quali la richiesta di decarbonizzazione per il 2035 in primis, che comporta l’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate, l’implementazione di hardware e software digitali che nel 2022 rappresentava il 20% del costo di un’auto, ma che si prevede arriverà al 40% (il doppio!) entro il 2030, regolamentazioni sempre più stringenti che vengono introdotte anno per anno senza lasciare la giusta tranquillità alle aziende, prezzi delle materie prime volatili a causa della mancanza di un’organizzazione che gestisca i mercati (cosa che invece avviene con l’OPEC per il petrolio) e come se non bastasse la richiesta da parte dell’utilizzatore finale della riduzione dei prezzi delle automobili!

In questo scenario, ognuno sta reagendo a suo modo e probabilmente chi avrà intrapreso la strada giusta oggi lo scopriremo nell’arco di 5-10 anni, ma fermiamoci un attimo ad osservare quello che sta succedendo.

Europa

L’Europa sta elaborando una serie di regolamentazioni che vengono pubblicate di anno in anno senza che ci sia un organismo che ne comunichi la calendarizzazione. Un esempio è lo stesso Euro 7, rivisto più di una volta negli ultimi anni. Molto spesso le aziende si ritrovano a dover investire dei fondi solo per comprendere e rimanere aggiornati sulle continue nuove norme. L’obiettivo di tutto ciò rimane sempre lo stesso: fare dell’Europa il leader per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, anche se al momento questo tipo di atteggiamento va a ridurre la competitività delle aziende europee con il resto del mondo.

Cina

La Cina incentiva pesantemente la produzione di veicoli elettrici, curando l’intero processo che parte dall’estrazione delle materie prime per produrre le batterie. Gli incentivi sono tanti coinvolgendo governo e banche che si fanno carico del rischio di impresa in modo sostanziale e vengono introdotte normative per incoraggiare i produttori a migliorare. Altro aspetto interessante, è quello legato all’apertura della Cina nei confronti di partner esteri esperti del settore. Insomma, la Cina sta creando un terreno fertile in cui le aziende posso prosperare con tranquillità.

Stati Uniti

Oltreoceano nel 2022 è stato creato il programma IRA, in cui vengono stanziati 391 miliardi di dollari di spesa per l’energia e il cambiamento climatico. Si tratta del più grande investimento in questo settore nella storia degli Stati Uniti! Cosa molto interessante è anche la questione legata ad incentivare la produzione internamente. È infatti possibile accedere ai fondi stanziati dal programma IRA solamente nel caso in cui vengano rispettati alcuni requisiti, tra cui l’approvvigionamento di parte delle materie prime da aziende che si trovano sul suolo statunitense. In ogni caso per gli States il programma è quello di ridurre per il 2030 le emissioni dei gas serra del 40% rispetto al 2005.

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