La sostenibilità è al cuore della trasformazione europea, ma proprio nel momento in cui l’Unione cerca di consolidare la propria leadership ambientale, emergono interrogativi sulla coerenza e la trasparenza dei processi decisionali interni. Il Mediatore europeo Teresa Anjinho ha aperto un’indagine formale sull’elaborazione del cosiddetto pacchetto “Omnibus”, una proposta legislativa avanzata dalla Commissione Europea che mira a modificare alcuni dei principali atti normativi legati alla rendicontazione e alla due diligence di sostenibilità, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD).
L’Ombudsman europeo è un’istituzione indipendente dell’Unione Europea incaricata di indagare su casi di cattiva amministrazione all’interno delle istituzioni, organi e organismi dell’UE. Il suo ruolo è quello di garantire trasparenza, responsabilità e rispetto dei diritti dei cittadini nei processi decisionali europei, intervenendo su segnalazioni presentate da cittadini, imprese o organizzazioni.
L’iniziativa del Mediatore nasce a seguito di una denuncia congiunta presentata da otto autorevoli organizzazioni della società civile — tra cui ClientEarth, Friends of the Earth Europe e Global Witness — che accusano la Commissione di aver gestito la fase preparatoria del pacchetto in modo opaco, escludendo una consultazione pubblica adeguata e privilegiando interlocuzioni informali con rappresentanti di interessi economici e industriali.

l contesto del pacchetto “Omnibus”
Il pacchetto “Omnibus” si inserisce in una più ampia strategia dell’UE volta alla “semplificazione normativa”, una risposta diretta alla crescente pressione esercitata da parte di alcuni Stati membri, settori industriali e gruppi di interesse che denunciano l’eccessivo carico regolatorio derivante dalle normative ESG. Presentato come strumento per alleggerire gli obblighi burocratici delle imprese — in particolare le piccole e medie imprese —, l’Omnibus introduce modifiche potenzialmente significative a pilastri legislativi del Green Deal europeo.
Tuttavia, la rapidità e la modalità con cui è stato elaborato hanno suscitato forti preoccupazioni. Secondo i ricorrenti, la Commissione avrebbe omesso di condurre una valutazione d’impatto delle modifiche proposte e avrebbe gestito il processo decisionale in assenza di trasparenza, mancando di pubblicare informazioni essenziali e di aprire il dibattito a tutti gli attori interessati, in particolare quelli rappresentativi della società civile e dei diritti umani.
Perché è cruciale una consultazione pubblica
In un’Unione che si propone come modello globale di governance democratica e sostenibile, il rispetto dei principi di partecipazione e trasparenza non può essere un optional. Una consultazione pubblica non è solo un adempimento procedurale, ma rappresenta un fondamento democratico e tecnico essenziale per garantire l’equilibrio tra esigenze economiche, tutela ambientale e diritti sociali. In un momento in cui la sostenibilità viene spesso messa alla prova da interessi divergenti, aprire lo spazio al confronto strutturato con le ONG, le comunità scientifiche, i sindacati e gli enti locali significa rafforzare la legittimità delle politiche UE e preservarne l’ambizione trasformativa.
Il Mediatore ha chiesto alla Commissione di fornire chiarimenti dettagliati entro il 18 giugno. L’obiettivo dell’indagine è verificare se la Commissione abbia rispettato i propri standard in materia di “better regulation” e se abbia garantito un accesso equo e trasparente a tutti gli stakeholder coinvolti.
Implicazioni future
L’indagine potrebbe avere implicazioni rilevanti per il futuro dell’intero impianto normativo europeo in materia di sostenibilità. Se dovessero emergere violazioni procedurali, il pacchetto Omnibus rischierebbe non solo un rallentamento nel percorso legislativo, ma anche una riformulazione dei contenuti sulla base di una consultazione più ampia e strutturata. Al tempo stesso, il caso rappresenta un banco di prova per la credibilità delle istituzioni europee nel mantenere fede agli impegni del Green Deal senza cedere a logiche di retrocessione normativa.
In un’epoca in cui la transizione ecologica richiede coerenza, coraggio e trasparenza, la qualità del processo decisionale è tanto importante quanto gli obiettivi politici. L’Europa ha oggi l’occasione di riaffermare i propri valori fondanti, assicurando che ogni passo verso la semplificazione non si traduca in un passo indietro sulla strada della sostenibilità.