A marzo del 2023 il neoeletto Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva incontrava il Presidente Xi Jinping, per affrontare l’aumento incontrollato della deforestazione nell’Amazzonia, una questione di interesse globale. La situazione è crollata vertiginosamente da allora, e un’eventuale coalizione tra Brasile e Cina sarebbe ancor più urgente.

Il Brasile, come quinto maggiore emettitore di gas serra al mondo, ha registrato un significativo aumento delle emissioni nel 2021, in gran parte a causa della deforestazione provocata dalle politiche anti-ambientali dell’amministrazione precedente.
Ricerche indicano che il 17% dell’Amazzonia è già stato disboscato, e il 38% della foresta rimanente è degradata, mettendo a rischio i cicli idrici vitali e trasformando parti dell’ecosistema in savana.
La deforestazione minaccia non solo l’ambiente, ma comporta anche rischi economici, con le aziende agroalimentari globali che rischiano di perdere il 7% del loro valore entro il 2030 a causa dei rischi non gestiti legati alla natura e al clima.
Il Presidente Lula ha avviato iniziative per proteggere l’Amazzonia, compreso il ripristino del Piano d’Azione per la Conservazione e il Controllo della Deforestazione dell’Amazzonia Legale e il ripristino del Fondo Amazzonico. Si è anche impegnato a proteggere le comunità indigene che subiscono abusi dei diritti umani legati alla deforestazione.

Tuttavia, il Presidente Lula deve affrontare la sfida di annullare i danni causati dal governo precedente, che ha visto un aumento del 59,5% dei tassi di deforestazione. Per combattere la deforestazione in modo efficace, deve abbracciare un modello di sviluppo che valorizzi la crescita economica e riduca le disuguaglianze, affrontando al contempo la crisi climatica e il patrimonio ambientale.

 

La Cina, come principale partner commerciale del Brasile, ha un ruolo significativo in questo sforzo. In modo urgente, la Cina può sostenere il Brasile in tre aree chiave.

 

In primo luogo, richiedendo alle aziende di eliminare la deforestazione dalle loro catene di approvvigionamento, seguendo l’esempio dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

In secondo luogo, affrontando le istituzioni finanziarie che traggono profitto da accordi legati alla deforestazione, impedendo alle banche di finanziare imprese dannose legate alla deforestazione e ampliando le valutazioni dei rischi per includere quelli legati all’ambiente, alla società e alla governance.

 

Infine, entrambi i paesi, tra i più di 100 che si sono impegnati a porre fine alla deforestazione entro il 2030. Per realizzare questo impegno, dovrebbe essere istituita una task force congiunta, presieduta dai ministri chiave della Cina e del Brasile, per coordinare gli sforzi governativi legati al commercio, all’agricoltura, all’applicazione delle leggi e allo sviluppo.

 

Il sostegno della Cina agli sforzi del Brasile per combattere la deforestazione è cruciale per le foreste sensibili al clima del mondo. È una sfida che entrambi i presidenti devono affrontare con decisione.

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